[LA STORIA IN CONTROLUCE]

Non tutto è come appare.

Il giorno che Chaplin divenne Charlot

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Scriveva Charles Chaplin a proposito della sua celeberrima creatura, Charlot: “Quel modo di vestire mi aiuta a esprimere la mia concezione dell’uomo medio, dell’uomo comune, la concezione di quasi tutti gli uomini, di me stesso. La bombetta troppo piccola rappresenta lo sforzo accanito per poter apparire dignitoso. I baffi esprimono vanità. La giacca abbottonata stretta, il bastoncino e tutto il comportamento del vagabondo rivelano il desiderio di assumere un’aria galante, ardita, disinvolta. Egli cerca di affrontare coraggiosamente il mondo, di andare avanti a forza di bluff: e di questo è consapevole. Ne è così consapevole che riesce a ridere di se stesso e anche a commiserarsi un po'”.  Non potrebbe darsi descrizione più perfetta, fisicamente e psicologicamente, del personaggio che il 7 febbraio 1914 fa la sua prima apparizione sullo schermo, fermamente deciso a restarvi mentre altri vorrebbero cacciarlo via. Chaplin è al suo secondo cortometraggio (dopo Per guadagnarsi la vita, di appena cinque giorni precedente, dove impersona un giornalista), intitolato Kid Auto Races at Venice, e ha già l’aspetto inconfondibile di Charlot mentre, con petulanza, cerca di imporre la sua presenza alla cinepresa malgrado la troupe, di cui ostacola il lavoro, lo cacci dall’inquadratura a spinte, strattoni, perfino calci. Da allora sono passati esattamente cent’anni e Charlot si è stabilizzato come l’icona più celebre del cinema di sempre. fonte  video

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This entry was posted on 12 February 2014 by in chaplin.

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